Il kapostipite,il 4 di spade e l'8 di coppe....

.....se sono normali non li vogliamo!!!!!

mercoledì 11 dicembre 2013

IL QUARTIERE COME PADRE...LA STRADA COME MADRE....











Niente strade…niente illuminazione….nessun amico…bande di 30 o 40 cani randagi che la facevano da padrone, perché erano loro i padroni, e c’era poco da fare.
Questo ero lo scenario che ci ritovammo di fronte quando, nel lontano 1982, traslocammo, e ci tasferimmo nella nuova casa, situata nell’allora sconosciuto quartiere Boschetto ( pare che il quartiere abbia preso il nome da un bosco presente lì secoli pima), dove, a parte noi e qualche altro condominio, non c’era poi granchè….
Piano piano arrivò tutto : elettricità, riscaldamento, persone, mezzi pubblici, strade, negozi…iniziarono a sparire la maggior parte dei cani…o, a voler essere più precisi, sparirono quelli a 4 zampe, per lasciare posto e spazio a quelli a 2, con il sottoscritto che propende, da sempre, per i primi!
Ma il quartiere era là, prima ancora di essere “ inventato “, prima ancora di essere costruito, ricostruito, ri – ricostruito, cambiato, modificato, e qualche volta violentato da troppe costruzioni e poco verde, da troppo mattone e tanto asfalto, che ne hanno fatto un luogo quasi ideale in cui vivere, e dove in molti, moltissimi si sono trasferiti, convinti che non era poi così male starci, poi così non lontano dal centro…
Il quartiere era là, pronto ad accoglierci, a farci crescere, come una sorta di genitore aggiunto, di quelli, però, che hanno con i “ loro “ figli un legame affettivo molto molto particolare, alcune volte bilaterale, altre volte in una direzione, solo andata, senza ritorno!!!
Siamo cresciuti per strada, c’è poco da fare, e non ci sono altre parole per dirlo….
E’ lì che siamo diventati uomini ( forse ) e donne, nel caso delle femminucce….non avevamo altre alternative, che fossero internet, cellulari ultra moderni, pc, X – Box, Playstation e passatempi simili!!! Era il nostro mondo, e ce lo tenevamo stretto, consapevoli che, nonostante la presenza delle nostre famiglie, queste ultime non ci avrebbero mai impedito di viverci il momento e il luogo come meglio credevamo, e come meglio non potevamo!!!
I più sfortunati, invece, avevano solo il quartiere su cui fare affidamento…vuoi a causa dell’assenza dovuta a vari motivi dei loro familiari veri e propri; vuoi perché la presenza di questi era solo fisica, e lo sbando era totale, e sotto tutti i punti di vista!!
Alcuni ce l’hanno fatta, ad altri invece è andata peggio….alcuni sono rimasti in prima linea, altri sono andati via, creandosi la loro prima linea da un’altra parte….alcuni sono stati o sono ancora dentro, altri hanno detto coraggiosamente no, e hanno preferito il sudore della fronte al guadagno facile…
Quando mi capita di camminare tra le strade di questo “ grande padre “, mi capita di sentire ancora le loro voci, le loro risate, gli schiamazzi ( bordello è la parola più adatta ), e torno indietro a quando tutto era più semplice, anche se ci sembrava maledetamente complicato!!!
Le prime risse, i primi amori, le prime sbronze, le prime sigarette, seguite a ruota dalle canne….i dispetti – tra pneumatici dell’auto bucate e cassette postali fatte saltare per aria -  al vicino rompipalle, che non ti permetteva di giocare a pallone sotto casa sua, e si “ permetteva “ di cazziarci, di mandarci via, ottenendo come unico risultato quello di incattivirci, e farci tornare subito dopo, e peggio di prima. Le prime costruzioni in legno, nelle campagne circostanti…i furti di olive da rivendere al migliore offerente… le sfide interminabili con gli altri quartieri, le scorribande con i motorini…i falò dell’8 dicembre…rivedo tutto questo, negli sguardi di chi quel periodo l’ha trascorso con me, o nel ricordo di chi non c’è più, per libera scelta, o perché il desino ha deciso così.
Eravamo in guerra, se mi passate l’espressioni non corretta, ma alla fine della giornata ci sentivamo in pace, perché avevamo goduto di quello che quelle strade avevano da offrirci, senza sconti, senza ricatti, senza tregua, giorno dopo giorno, a riempirti di situazioni e sensazioni che ancora oggi ci portiamo dietro, e hanno fatto di noi ciò che realmente siamo.
C’era anche la scuola….ebbene sì, eravamo obbligati….il minimo risultato col minimo sforzo, mi verrebbe da dire….perchè sapevamo che quello che volevamo imparare era da tutt’altra parte, ed era molto più interessante!!
E dietro ogni angolo, ogni traversa, ogni persona, ogni posto, c’era una storia da raccontare….dal tizio che picchiava la moglie e i figli, sbatteva la porta di casa e andava ad ubriacarsi, al vicino che rasentava l’illegalità mascherandosi da commerciante; da chi nell’illegalità ci era immerso fino al collo, a chi si spaccava la schiena tutti i giorni per portare il pane a casa; dal professionista al militare che faceva lo sceriffo o aveva intenzione di farlo; dal contadino che lavorava la terra per pochi spiccioli, a quello sfondato di soldi che, preso da egocentrismo ai massimi livelli, in maniera presuntuosa nemmeno ti salutava ( e ovviamente stava sul cazzo a tutti); da chi, avendo già 12 figli, pensava bene di scoparsi la figlia maggiore per averne un tredicesimo, a chi, con una famiglia numerosa, andava via dall’Italia perché, purtroppo, non ce la faceva ad andare avanti, e poi spediva i soldi a casa.
E c’erano gli sbandati, i tossici, le mignotte, gli onesti lavoratori, i padri di famiglia che andavano dall’amante o nei cinema proibiti, le coppiette clandestine che posavano una delle due auto per andarsene con l’altra, seguiti in bici da noi, che volevamo vedere o intravedere come si trombava, perché non potevi accontentarti solo dei classici giornaletti porno; c’erano le persone che si prendevano la briga di fermarsi a parlare con dei ragazzini pisciasotto per insegnare loro come si stava al mondo, insegnamenti che solo più tardi avremmo fatto nostri, perchè a quell’età non vuoi prediche da nessuno, perché non ne hai voglia, non ne hai il tempo.
C’erano le persone, soprattutto, tante, di tutti i tipi, di ogni estrazione sociale, ognuna con qualcosa da darti, ognuna con qualcosa da dirti, con dei minuti da regalarti, la cui importanza capirai solo quando quei minuti li utilizzerai per fare altro, costretto dalla quotidianità a non avere tempo nemmeno per un caffè.
C’era la semplicità nelle piccole cose, come la gioia per una gita fuori porta, o lo stupore per scoperte fatte e da tenere nascoste, o per un regalo, che magari non rispettava i parametri del bilancio familiare, ma ogni tanto uno sfizio uno poteva anche levarselo…
C’era chi tornava per le feste comandate, o per l’estate, con un accento diverso, più nordico, a ritrovare le proprie radici, alcuni consapevoli che le proprie radici te le porti appresso, altri, invece, arrabbiati e delusi per aver lasciato un posto nei confronti del quale, d’ora in poi, avrebbero avuto solo parole di disprezzo!!
Non sono di quelli che afferma che la sua generazione è migliore di quelle venute dopo, o di quelle presenti…non sono così presuntuoso, e sarei anche ignorante se lo dicessi, perché ognuno è figlio del suo tempo, e può avere la matematica certezza solo – e forse - di quello che è stato, ma non di quello che avrebbe potuto esssere!!
Ma la verità è che siamo cambiati tutti!!! Chi se n’è andato, chi è rimasto, chi è tornato…tutti abbiamo pagato dazio al tempo che passa, inesorabilmente, mettendoti di fronte situazioni che mai avresti pensato di vivere o di affrontare, alcune positive, altre negative, che hanno modificato nel corso degli anni il nostro modo di essere, di pensare, di comportarci…consapevoli che lì fuori c’era tutto un mondo da scoprire, un mondo che non ti aspettava, ma che era lì…e ti rendevi conto che il posto dove fino ad allora avevi vissuto, era, in piccolo,ciò che c’era fuori, come un modellino in scala appartenente ad un contenitore molto molto più grande, e spesso non eri tu a decidere se aprire quel contenitore, o lasciarlo chiuso, fidandoti solo di ciò che realmente conoscevi.
Stavamo semplicemente vivendo, ma non lo sapevamo; e nessuno ce lo aveva chiesto, perché nessuno te lo viene a chiedere, e nessuno te lo chiederà mai, ma soprattutto nessuno ti spiegherà mai come farlo.
Mi piace parlare dei tempi andati, senza nostaglia, senza tristezza, senza rimpianti…ma con tenerezza, ridendoci su, come una piccola pausa che prendi dal tran tran di tutti i giorni, sapendo che l’indomani si ricomincia, ed è giusto che sia così!! E devi trovare la forza per farlo, una forza che può venirti da tante cose….come ad esempio da un quartiere che ti ha fatto da padre, e dalla strada che ti ha fatto da madre….
Grazie a loro non siamo mai stati soli….grazie a loro, soli, non ci sentiremo mai!!!

CI HANNO INSEGNATO AD ESSERE AFFAMATI

CI HANNO INSEGNATO AD ESSERE FOLLI

UN KAPOSTIPITE “ IN PAUSA “

domenica 17 novembre 2013

A PROPOSITO...NON MI HANNO FATTO ENTRARE A SAN PIETRO!!!




Scrivendo per hobby e per passione, mi sono sempre chiesto non solo quali regole o stili di scrittura utilizzare, ma soprattutto da dove iniziare per raccontare una storia, un’esperienza, un viaggio….
Non avendo mai trovato delle risposte esaurienti, o non avendo avuto tempo e voglia per cercarle, ho fatto l’unica cosa che potevo permettermi di fare : scrivere, semplicemente….buttando giù ciò che dovevo tirare fuori, lasciandomi guidare dall’istinto più che dalla logica!! E non avendo ricevuto lamentele o denunce, ho continuato, perché di auto censurarmi non ne ho e non ne avevo  nessuna voglia.
Questo Post non fà distinzione; verrà scritto come sono stati scritti gli altri, dall’inizio alla fine, e cioè male, e senza seguire dei criteri precisi…per pigrizia, per consapevole ignoranza, o più semplicemente perché risulta così tutto molto più semplice.
Appena tornato….Roma e Siviglia le mete….difficili da descrivere, ardue da raccontare, dure da dimenticare…ma siamo qui, e ci proviamo….
E’ una vacanza, questa, che parte da lontano, e precisamente dal 2012, quando il sottoscritto comunicò ai suoi amici che voleva andare in Spagna!! Non Madrid, né Barcellona, né Palma di Maiorca piuttoso che Ibizia, e altre rinomate o sputtanatissime mete già viste da altri, e i cui resoconti ascoltati centinaia e centinaia di volte; Andalusia, era la meta decisa….Siviglia la città scelta, con eventuali e possibili puntatine verso Cordoba e Granada.
Viaggio, ahimè, andato a monte lo scorso anno per motivi che qui non elencherò…ma solo rimandato, per tesardaggine, o semplice voglia di evasione.
Roma è stato l’antipasto, o il dessert di fine cena – dipende dai punti di vista - , già visitata altre volte, ma un po’ trascurata negli ultimi anni ( 9, per la precisione)…abbiamo unito le due cose, e i classici due piccioni con una fava sono stati catturati!
Il Big e il Placido a farmi da guardie del corpo, da supporto, a dirmi “ Kapo siamo con te!!!”, sopportando il mio brutto carattere e il mio non esserci più con la testa, cosa che ci ha accomunato e ci accomuna da sempre!!!
Come si descrive un viaggio???...come ho anticipato prima, non l’ho mai saputo, o non ho mai voluto saperlo…e quindi scrivo, per farvi dispetto, per darvi fastidio, e perché in questi 20 minuti non ho niente di meglio da fare!
Una persona normale – e chi vi scrive non appartiene a questa categoria – vi elencherebbe i luoghi visitati, dal Colosseo al Pantheon, da Piazza del Popolo all’Alcazar, dalla Cattedrale alla Giralda, senza dimenticare Plaza de Toros, Plaza de Espana, e chi più ne ha più ne metta. Ma la fredda cronaca non mi è mai andata a genio…
Allora ho deciso di farmi trasportare dalle sensazioni provate…dal senso di impotenza di fronte alla genialità dell’essere umano, che qualche volta riesce a costruire qualcosa di straordinario, evitando poi nel tempo di distruggerlo, quando la genialità di cui sopra è stata tutta di altri; dalla mia sempre presente paura dell’aereo, che sarà il mezzo più comodo per viaggiare, ma non sarà mai il mio mezzo preferito per farlo( opinione personalissima e magari poco condivisibile); dall’avere occhi e sguardo diverso quando hai di fronte cose che non conosci, e che l’avidità, quella sana, quella positiva, nel caso ne esista una versione sana e positiva, ti porta a scattare più di 1300 fotografie, perché hai paura che ciò che vedi scappi da qualche parte, e lo perdi per sempre…cosa che, a mente fredda, ti rendi conto non possa accadere, perché è tutto impresso nella testa e nel cuore, e da lì nessuno potrà mandarle via.
Sensazioni, situazioni, attimi, che ti portano ad incrociare lo sguardo di un tuo amico, che vive un momento personale particolare, mai stato all’estero, mai stato fuori dall’Italia, e ti fai trascinare dal suo senso di stupore, dalla sua curiosità, dal suo voler conoscere dettagli e particolari di ogni cosa che vede, che mangia, che beve, e di ogni emozione che prova, visto che forse, quelle emozioni, difficilmente torneranno a breve.
E ti rendi conto che il suo momento – o per meglio dire i loro momenti, vsto che eravamo in 3 – sono anche i tuoi, e non puoi non condividerli, non puoi non farne parte o sentirti coinvolto, perché in fondo sei lì anche per quello, o soprattutto per quello!!!
Stacchi, ti allontani, ti abbandoni al posto in cui ti trovi, perché ne hai bisogno, perché saresti un coglione a non farlo, perché tutto ciò che va visto è lì sotto i tuoi occhi, e non puoi girarti dall’altra parte, perché tutto ciò che va provato, è dall’altra parte della stanchezza, dei problemi, della paura, e in questi casi puoi e devi guardare oltre, perché ne vale la pena, altrimenti è tutto inutile, è tutto vano…
Rubi quello che riesci a rubare….provi ciò che ti senti di provare….senti quello che hai la forza di sentire…ma comunque sei lì, e non puoi lasciarti sfuggire l’occasione, perché, almeno per ora, non ce ne sarà un’altra, o un’altra simile!!
Due cose non ho mai fatto nella mia vita prima di iniziare una vacanza, corta o lunga che sia : non mi sono mai illuso che potesse durare in eterno, pensando che prima o poi non dovessi tornare alla realtà, alla quotidianità, alle responsabilità che la vita ti mette davanti; non ho mai smesso di pensare che torni un po’ diverso da come sei partito…non migliore, né peggiore, ma diverso, con angoli smussati o resi più spigolosi, a seconda dei casi…con idee più chiare o più confuse…parti e sai chi sei, torni e sai ancora chi sei…ma nel mezzo qualcosa si altera, si modifica, ed è inevitabile che sia così, e mi preoccuperei se così non fosse!!
Ecco perché poi decido di scrivere….non solo per dispetto, per procurare fastidio, ma perchè ho bisogno di imprigionare tutto ciò che è stato, chiudendolo in un posto la cui chiave di accesso è a uso e consumo del sottoscritto, e solo del sottoscritto!!! Consapevole che non tutto va chiuso, e qualcosa va lasciata in libertà; e consapevole che non tutto può essere lasciato in libertà, ma qualcosa va custodita gelosamente, fino a quando decidi di condividerla…se deciderai di condividerla!!!
E dopo aver messo tutto nero su bianco, ti rendi conto, inevitabilmente, di dover dare ragione a te stesso, una volta tanto :  non so come si descrive un viaggio, un’esperienza, un luogo, un fatto…. Ma so come ci si sente, dopo essere stato lì!!
Appena tornato….Roma e Siviglia le mete….difficili da descrivere, ardue da raccontare, dure da dimenticare…ma siamo qui, e ci proviamo….ci abbiamo provato, miseramente fallendo, come spesso succede, ma va bene così…
Scrivo male, racconto peggio e commetto errori, uno dietro l’altro….e forse è per questo che non mi hanno fatto entrare a San Pietro….

SONO STATO AFFAMATO…
SONO STATO FOLLE…..

UN KAPOSTIPITE LASCIATO PER STRADA….



mercoledì 30 ottobre 2013

VIENI CON ME....STAVOLTA OFFRO IO!!!





Eccomi qua, a scriverti, perché mi son reso conto di aver “saltato un giro” il 5 marzo, rispetto agli anni scorsi…. Forse per pigrizia, per stanchezza, o più semplicemente per mancanza di tempo….

Eccomi qua, a scriverti, perché non ho rispettato il classico appuntamento annuale, durante il quale ti raccontavo di ciò che succedeva, la quotidianità a cui tanto ti sei interessato in passato – la nostra quotidianità, a scapito della tua – da padre, vero, nel bene e nel male, quale sei sempre stato; preoccupandoti di più di chi ti stava di fronte ( familiari e non, non aveva importanza), rispetto a quello che era buono per te, o che per te era conveniente, perché di ciò che era buono per te, non ti sei mai interessato più di tanto.

Eccomi qua, a buttare giù due righe, che alla fine non saranno proprio due due, in una serata in cui dovrei spegnere il pc, rilassarmi, e godermi un po’ di tv, o leggere un libro, o ascoltare un po’ di musica, di quella che ti ha sempre rotto i timpani, e che non ti è mai piaciuta…

Eccomi qua, a scriverti, perché di guardare la tv, francamente, non ne ho voglia; e per leggere c’è sempre tempo, e ogni posto è quello giusto per aprire un libro, ed estraniarsi, almeno per un po’…e una volta tanto posso anche rinunciare alla musica, perché sento il bisogno di non avere nulla nelle orecchie, mentre scrivo!

Eccomi qua, a dirti che ho già chiamato tua moglie e tua figlia, per sentire cosa stessero facendo, o cosa avessero fatto durante l’arco della giornata, per chiudere sempre e ogni giorno un cerchio all’interno del quale inseriamo tutto quello che non ci è andato a genio, e ridiamo di tutto ciò che, invece, è andato per il verso giusto( dovremmo fare il contrario, ma non sempre ci riusciamo); cercando di essere una specie – o una sottospecie, forse è più corretto – di punto di riferimento per loro, e per me stesso, rispondendo presente, sempre, perché è giusto che sia così…alcune volte riuscendoci, altre volte fallendo miseramente, ma senza mai smettere di provare….

Eccomi qua, a dirti che non si sono mai fermate, qualunque cosa accadesse, andando avanti, sempre, con forza, tenacia, convinzione e tenera testardaggine….e perché no paura, di quella buona, che ti fa stare all’erta, attento, senza abbassare la guardia, o almeno cercando di non abbassare la guardia; mettendosi a disposizione di chi per loro, ha la fortuna di meritarsele, quelle attenzioni; mettendosi a disposizione anche di chi, quelle attenzioni, a voler essere sinceri, non se le meritava…ma tant’è, è un difetto di famiglia, uno dei tanti….

Eccomi qua, a scriverti che i miei amici stanno bene, e mi fanno fare un sacco di risate, ricordandomi, se mai ce ne fosse bisogno, che la loro mano dalla mia spalla non è mai andata via, che la loro presenza non è mai venuta meno, nonostante il caratteraccio che ho, e che loro sopportano stoicamente!

Eccomi qua, a confessarti che non ho risolto proprio tutto tutto, così come ti avevo promesso, alcune volte per mia colpa, altre volte in maniera incolpevole; tranquillizzandoti sul fatto che, comunque, sto continuando a camminare, inciampando, cadendo, rialzandomi, consumando scarpe….ma non mi sono mai fermato…

Eccomi qua, a dirti che una volta tanto devi far finta che oggi sia il 5 marzo, e non il 29 ottobre, e che quell’appuntamento fisso a cui ti avevo abituato, e di cui ti parlavo all’inizio del post (non ho tempo per spiegarti cos’è un post), in realtà, c’è stato, e hai anche apprezzato…cosa che mai saprò, perché se non ti esprimevi da vivo….

Eccomi qua, a confermarti che di merda in giro ce n’è tanta, e la incontri spesso, dovunque, e devi semplicemente decidere come affrontarla ( tu lo facevi con signorilità, e alla fine avevi sempre ragione, o comunque avevi la ragione dalla tua)… perché se è vero come vero che non si può stare sempre in guerra, è anche vero che, anche quando non vuoi, la merda alcune volte ti viene a cercare, o ce l’hai lì, e fino ad allora forse non te ne rendevi conto, rimanendo sorpreso per non esserti accorto della “puzza”!! ( tu non eri volgare, io si, e molto….indi per cui scusami, ma hai capito il concetto)….

Eccomi qua, ad ammettere che stare al mondo non è mai una cosa facile, e mai lo sarà, perché nessuno te lo insegna, perché non ci sono corsi, spiegazioni o libretti delle istruzioni; e allora devi sbatterci la testa, prendere cazzotti in attesa di restituirli, cose che hai sempre cercato di farci evitare per paura che ci facessimo male, ma che, in fondo, non ti abbiamo mai permesso… perché si va avanti, con le cicatrici e non, perché tu hai fatto lo stesso….perchè tu avresti fatto lo stesso!!!

Eccomi qua, a dirti che il pesce di Bari ti sarebbe piaciuto, la focaccia anche, la passeggiata sul lungomare idem, per non parlare di riso patate e cozze…ma poi saresti voluto tornare a casa, visto che come casa tua, non c’era nulla di meglio…

Eccomi qua, a dirti che, in fondo, non sono cambiato, perché di me ho deciso, come sempre, di non raccontarti nulla…esseri “orsi” è un mestiere difficile, ma qualcuno deve pur farlo!! E forse non sono diventato migliore,  ma sono ancora in piedi, e non ho nessuna intenzione di sedermi, almeno non per ora ( mi son seduto solo dall’oculista!!! A proposito, dovrò portare gli occhiali…cazzo di guaio, a 38 anni!!).

Eccomi qua, a scriverti velocemente, e male, perché vado sempre di fretta, perché non ho mai tempo, perché è arrivato il momento di apporre la parola fine, e andarsene a nanna, sperando di spegnere un po’ il cervello, oltre che il computer….

Eccomi qua…ho finito…vieni con me…ti porto a fumare, ti porto a mangiare….e stavolta offro io!!!!

 

SEMPRE AFFAMATO….SEMPRE FOLLE….SEMPRE PRESENTE….

CI RISENTIAMO TRA UN ANNO….



domenica 16 giugno 2013

A MODO MIO, MA BRINDO....



… alla mia famiglia, e a tutto ciò che mi ha insegnato…
… ai miei amici, per le risate, gli abbracci al momento giusto o nel momento sbagliato, poco importa, il disordine, l’esserci sempre e comunque…
… a Hemingway, Bukowski, Fitzgerald, Steinbeck, Harris, De Carlo, Miller, Conrad, Kafka, Wilde, Hugo, e a tutti gli scrittori, che giorno dopo giorno, e da tanti anni, mi regalano qualcosa…
… ai fumetti, vera e propria fonte di cultura…
… agli aforismi…
… al bene e al male, al male e al bene, e a tutte le forme che possono assumere; il male, in particolare, perché così mi aiuta a ricordare che c’è anche l’altro lato della medaglia, tifando sempre per il bene…
… al rock and roll, alle note e ai gruppi che lo compongono, e a tutta quella musica che mi fa’ viaggiare, restando seduto, e con gli occhi chiusi…
… ai concerti, soprattutto a quelli che non ti “ spellano “ vivo, e ne son rimasti pochi…
… ai viaggi, per conoscere, per relax, per divertirsi, poco importa…
… a San Severo, la mia seconda mamma ( e non diteglielo alla prima, quella vera, anche se lo sa già)…
… alla Puglia, la mia Terra, la mia terza mamma!! Ho 3 mamme, sono fortunato…
… al Sud, e all’Italia, perché sono meridionale – e meridionalista – e italiano…
… al Rinascimento, al Risorgimento, alla Resistenza, a Dante Alighieri, a Galileo, a Giotto, a Michelangelo, a Leonardo…. non continuo, la lista sarebbe troppo lunga…
… alla birra, al rhum, allo spritz, al buon vino, ai cikketti e a tutto ciò che ti permette di fare un brindisi, in compagnia è meglio, alla faccia di chi ti vuol male addirittura sublime…
… al mare, alle scampagnate, alle arrostite di carne, alle mega mangiate di pesce, alla pennica sotto l’ombrellone, alla giocata a carte al lido, alla passeggiata sulla spiaggia, al bagno quando il sole se n’è andato…
… alla paposcia sul Gargano; al Gargano, che ci ha visti crescere…
… alla pizza, al cibo e alla cucina, e a chi non rinuncia ad assaggiar tutto; o più o meno tutto (mettetemi davanti un piatto di fave, e vedete dove ve lo BIP)…
… alle parolacce, quelle che ti fanno sentir meglio, anche se non bastano a farti sentir bene…
… alla sigaretta dopo il caffè…
… al rutillone!!! ( ai non sanseveresi farò dopo la traduzione, se vogliono)…
… alle mani sulla spalle, quelle silenziose, ma che ti dicono “ ok amico mio, io ci sono!!”…
… alle voci delle persone care al telefono…
… all’umiltà… alla semplicità… alla curiosità… e a chi mi arricchisce, non appena apre bocca, o anche se non la apre…
… a chi non si adegua, pensa da sé, sempre, e prosegue per la sua strada…
… a chi non si arrende, a chi s’è già arreso, ma almeno ci ha provato…
… all’opportunismo, alla falsità, all’ipocrisia, alla mediocrità, all’ignoranza, al bigottismo, al fanatismo, all’ostentazione, alla presunzione….perchè mi fanno ricordare ciò che non voglio essere…
… a chi non smette mai di provare, a chi non smette mai di cercare, anche se ha già trovato qualcosa, ma continua…
… al cinema e al teatro, da appassionato nel primo caso, da ignorante nel secondo…
… al sorriso di mia madre quando la prendo in giro; ai consigli e alla forza di mia sorella; alle storie di CHI non c’è più, e che porto con me, ovunque…
… alle amicizie, nuove e vecchie, poco conta, se c’è lealtà…
… all’essere, quando prende il sopravvento sull’apparire, ed è una rarità…
… all’essere umano, che è una meravigliosa opportunità…
… all’avere, se conquistato con merito e fatica…
… ai frà, mbà, combà, fratè, u frè, sosò…
… al “ Ciaciù, kitemmù, rikkiò, bastà, figghje d zò”…e a tutte quelle espressioni dialettali che ci aiutano a vivere meglio…
… al dialetto, che non vada mai perso…
… al lavoro, che è un diritto, e alla dignità ad esso connesso, e mi fermo qua…
… ai confronti che ti regalano qualcosa, al saper ascoltare, alle opinioni diverse, alla chiacchiera utile, e anche a quella inutile, ma senza invidia…
… al voler imparare nuove cose…
… alle donne, sia quando ci fanno innamorare, sia quando ci deludono; sia quando ci fanno ridere, sia quando ci fanno inkazzare; alle donne…
… al coraggio, e alla forza interiore, e a chi si mette in gioco, e a chi si rimette in gioco…
… alla fatica quotidiana…
… al mettere un piede dietro l’altro…
… agli animali…
… al sorriso di un bimbo…e ad una madre che allatta… e ad un papà che gioca…
… alle tradizioni, nelle quali identificarsi per andare avanti; all’innovazione, alle idee, alla tecnologia, se ti aiuta, e  non annulla i rapporti interpersonali…
… alla natura, soprattutto qunado la si rispetta, poco ahimè…
… allo sport, inteso come momento in cui ci si mette alla prova, per conoscere e cercare di superare i propri limiti; a quando viene usato come recupero, alternativa, speranza e opportunità, cose che, alcuni, hanno ormai perso…
… all’urlo di Tardelli ai mondiali del 1982; al rigore di Grosso a quelli del 2006; al dito alzato di Mennea dopo la vittoria delle olimpiadi ( ciao Pietro); alla faccia piena di sofferenza degli Abbagnale; alle braccia al cielo della Simeoni; a Carlton Myers che nasconde il pallone di basket dentro la maglia dopo aver vinto gli europei con la nazionale; alla perfezione di Yuri Chechi… ecc ecc ecc…
… alle possibilità, prime, seconde, terze… alle opportunità… a chi ce la fa’ da solo, a chi ce l’ha fatta, e a chi non ce la fa’…
… a chi fa’ delle scelte, e se ne prende la responsabilità…
… alle sagre e alle feste di quartiere…
… a chi riesce a ridere in 100 modi diversi, beato lui, o lei…
… a chi mi fa’ ridere, o mi ha fatto ridere, o mi ha regalato un sorriso, va ad ogni modo il mio grazie…
… a chi mi ha invitato a mangiare a casa sua, perché ha diviso il suo pane con me…
… ai baci, ai preliminari, al sesso, al corteggiamento, alla chimica, alle reazioni, alle scintille…
… all’amore, e alle sue mille sfaccettature; all’odio, e qui siamo, spesso, a duemila…
… a chi crede, non si sa a cosa, ma comunque crede ( e non sto parlando di religione)…
… a chi ha inventato il climatizzatore!!! Dategli il nobel, non so per cosa, ma dategli un kazzo di premio nobel…
… a chi non abbassa mai la guardia; a chi la abbassa al momento giusto, perché in quel caso non c’è nulla di male…
… all’ironìa, all’autoironìa, al sarcasmo…
… a chi non vuole retare fermo…
… al sentirsi stanchi per una ragione…
… a chi non si lamenta mai…
… a chi ti fa’ sentire importante…
… agli sguardi…
… ai “Ciao zio Felix”… oppure ai “Ciao kapo”…
… alla pisciata in compagnia, e ad una bella cagata al mattino presto…
… alla stitichezza mentale…
… a chi guarda oltre…
… alla scrittura; a chi sa scrivere, e a me che ci provo, con risultati piuttosto… ditelo Voi…
A tutto questo, e a molto altro, io brindo, in questa calda domenica di giugno….
A modo mio, ma brindo…


SIATE AFFAMATI… SIATE FOLLI…

UN KAPOSTIPITE, ORMAI, UBRIACO…




lunedì 29 aprile 2013

OGNUNO HA LA SUA STORIA DA RACCONTARE......




“Chiedo scusa se le faccio tutte queste domande, ma è la prima volta che prendo il treno….sono appena uscito di prigione e sto tornando a casa!!!”
Si giustificò così, il ragazzo che ho conosciuto in stazione qualche settimana fa, mentre entrambi tornavamo nella nostra provincia – quella di Foggia – partendo dal capoluogo….
Si giustificò così, dopo avermi chiesto se quello su cui eravamo fosse il binario giusto, se quello che stava partendo fosse il treno giusto, se lui avesse azzeccato il biglietto, o avesse dato informazioni sbagliate allo sportello ferroviario, o di contro fossero stati quelli dello sportello a commettere qualche errore.
Io lo tranquillizzai, dopo aver confrontato il numero del treno da prendere con quello scritto sui nostri biglietti….
Ci mettemmo a fumare, a chiacchierare del più e del meno, tra un annuncio all’altoparlante di treni sconosciuti, che sarebbero andati in posti più o meno conosciuti, mentre la polizia ferroviaria si avvicinava per controllare i documenti sia a lui che a me!!!
Capitammo nello stesso scompartimento, a cui lui passò davanti perché non aveva ancora capito che uno di quei numeri indicati sul biglietto, si riferiva al posto che aveva prenotato acquistando il biglietto stesso.
Era giovane….è giovane….e di sicuro non lo rivedrò più….e non mi disse per cosa finì dietro le sbarre, non scese nei dettagli….
“ Ho pagato ciò che dovevo, perché ho sbagliato, ma adesso viene la parte più dura!!! In carcere sai dove ti trovi e perché sei lì, fuori è un’altra storia!!!
Ci sono tutta una serie di situazioni che vanno gestite, la paura di non farcela, che si scontra con la voglia di ripartire; ed io sto cercando di ripartire, anche se nessuno mi ha indicato da che punto!!!”
Non si nascose dietro le solite frasi trite e ritrite…”E’ la società la vera colpevole…i miei genitori non mi capiscono….è colpa dell’avvocato….”…. non gli ho mai sentito cercare alibi del genere, in quasi 2 ore di viaggio….
“Vorrei gustarmi ciò che mi sono perso, e magari prendere il diploma, perché a scuola francamente non avevo nessuna voglia di andare!!!”
Ogni tanto parlava il dialetto foggiano, e io quello sanseverese, in mezzo a 4 romagnoli (credo) che ovviamente non stavano capendo una mazza di quello di cui discutevamo!! O forse capivano, ma facevano finta di niente, per discrezione, o per noia….
Aveva lo sguardo triste e curioso allo stesso tempo….lo sguardo di chi ha il desiderio, da tempo e per tanto tempo, di dormire con la luce accesa, senza vedere una minaccia per ogni ombra, o per ogni minimo rumore….
“E’ normale che la polizia ferroviaria mi abbia controllato i documenti…”
“Credimi, succede spesso anche a me….è la mia faccia brutta che li attira!!!”, gli risposi….
Lui rise….
Eravamo arrivati in quel di Foggia….
“Il mio viaggio finisce qua….”
“No, forse sta solo per iniziare da qua!!! Buon cammino”
“Grazie per la chiacchiera….”
“Grazie a te….”, perché mi hai arricchito, gli avrei voluto dire, ma non mi sembrava il caso!! Quindi lo ringraziai e proseguii per la mia strada….incrociando le dita per lui, e per me….
Scesi nella mia città….sapendo che anche nel posto in cui vivo da piccolo, ci sono tante storie come quella appena ascoltata, di gente che conosco o che ho conosciuto, e di gente di cui magari non ho mai notato l’esistenza….
Forse quel ragazzo era semplicemente un attore che si stava preparando per il suo prossimo spettacolo, e mi ha raccontato un sacco di balle; o forse mi ha detto la verità….fatto stà che mi ha alleggerito il viaggio, e arrivato a destinazione, la stanchezza era una cosa dimenticata!!!
Non devi mai dimenticarti di chi ti regala qualcosa, anche solo parlando….
Non devi mai dimenticarti, di chi ti fa “crescere”….
Lui lo ha fatto….perchè anche lui, aveva la sua storia.

SPERO CHE RIESCA AD ESSERE AFFAMATO….
SPERO CHE RIESCA AD ESSERE FOLLE….
NELLA GIUSTA DIREZIONE…..

UN KAPOSTIPITE QUALUNQUE…..

sabato 5 gennaio 2013

LA SAPEVA LUNGA, IL BUON VECCHIO HANK....




“A fine anno non tiro le somme, la matematica non è mai stat il mio forte. Spero di essere rimasto nel cuore di qualcuno, o contrariamente nel cestino della carta di qualcun'altro!!!”….

La sapeva lunga, il buon vecchio Hank(Charles Bukowski n.d.a., Hank per gli amici)….
Ho sempre amato questa frase, e non è la prima volta che la utilizzo sul blog o in altri sedi, perché rappresenta pienamente ciò che penso di chi si mette a tavolino, comodamente seduto, e sta lì, magari con carta e penna, a fare il classico bilancio di fine anno….ciò che ha fatto, ciò che vorrebbe fare, ciò che non avrebbe dovuto, o non avrebbe voluto!!!
Non che io, in passato, non abbia fatto lo stesso,anzi; ma crescendo tendi a modificare determinati atteggiamenti, nei confronti di persone e situazioni, che ti portano inevitabilmente a non tentare di dire a te stesso :”Ok, è il primo gennaio di questo nuovo anno che sta per iniziare, cominciamolo dicendo che voglio/vorrei questo, questo e quest’altro!!!”…..troppo facile, troppo aleatorio, e perdonatemi – per chi non sarà d’accordo – troppo banale!!!
O forse sarà la mia idiosincrasìa nei confronti di conti e bilanci a farla sempre da padrone, visto che anche a scuola in matematica ed economia aziendale andavo parecchio male!!(l’economia aziendale è un misto di ragioneria, tecnica amministrativa, calcolo….e magìa nera)…..
Badate bene, non c’è nulla di male a farsi coraggio dicendo di voler raggiungere degli obiettivi pre – determinati, ed è una cosa che, ammettiamolo, abbiamo più o meno fatto tutti!!ma resta discutibile , per quanto mi riguarda, il non farlo tutti i santi giorni, perché è tutti i santi giorni che abbiamo bisogno di quella spinta che ci permette di non accasciarci sulla sedia, rimanendo lì a guardare il soffitto!!!
Non sono di quelli che si aspettano un nuovo anno senza problemi!!!i problemi ci sono e ci saranno sempre….sono di quelli che si aspettano un nuovo anno pieno di forza per affrontarli quei problemi, quelle classiche sfide quotidiane che la vita ti mette di fronte, è che non puoi evitare;facendoti perdere tranquillità, dato che per la serenità ci stiamo ancora organizzando... ma la verità è che senza queste sfide saremmo morti, incapaci di trovare uno spazio tutto per noi, del tempo da concedere a noi stessi tra un porcaputtana e un altro!!!
Il 2012 è stato il classico anno in cui i momenti belli si sono alternati a quelli pesanti,come il 2011, il 2010, e come, del resto sarà, il 2013!!!i primi ci servono per ricordarci che non tutto è perduto, i secondi anche;sono sempre più convinto che, senza preoccupazioni, l’uomo sarebbe una specie di soprammobile, a cui togliere la polvere quotidianamente o quando serve, per non far rovinare ciò che di buono ancora rimane!!!e assieme a periodi di maggiore tranquillità, formano quel pacchetto completo che io chiamo “vivere”, a cui non puoi sottrarti, con tutti i pro e i contro del caso!!!
Per il sottoscritto, l’anno passato è servito a rafforzare legami già esistenti, a crearne altri, a fare nuove conoscenze(per le amicizie ci stiamo attrezzando, ma non sarà facile), a capire, altra cosa non facile, chi merita di far parte della nostra personalissima giostra, e chi invece può passare ed andare via come la pisciatina di un cane, da eliminare con un po’ di candeggina;cose che, d’altro canto, dovremmo poter fare sempre, ma spesso ci manca la giusta lucidità e la corretta obiettività!!!
Ci riflettevo proprio durante i festeggiamenti di capodanno(proprio perché uno non ha un kazzo da fare, verrebbe da dire)….quando mi sono ritrovato ad essere abbracciato dagli amici di sempre, quelli che nonostante tutto, e a prescindere da tutto, non mi hanno mai mollato, e sono sempre stati lì, a tiro di pacca sulla spalla, o di “Tranquillo che ci siamo noi!!”, a rafforzare qualcosa nata senza un perché tanti tanti anni fa, e che continua, in maniera un po’ più saltuaria del solito, ma continua!!
Sommerso dalle loro risate, le loro battute, il loro sostegno, che da sempre mi portano in un’altra dimensione, quella della lealtà, della correttezza, del semplicemente esserci senza chiedere nulla in cambio, dei vaffanculo gratuiti che durano il tempo di un cikketto e una birra, e poi spariscono, perché è giusto che sia così!!
E allora conti, bilanci ed equazioni su presunta felicità vanno a farsi fottere, o più semplicemente li mandi a farsi fottere, perché in quel momento non ti servono, non sono funzionali allo scopo, troppo freddi, troppo distaccati!!stringi a te le persone che per te hanno sempre avuto importanza, e che ti hanno dimostrato con i fatti – le chiacchiere se le porta il vento – chi conta e chi no, e non sto parlando di numeri!!e idealmente, il pensiero corre a chi non poteva esserci per svariati motivi, perché non tutti vivono qui,e non tutti son potuti tornare nella terra natìa, promettendoti di riconquistare quanto prima ciò che i km non ti hanno permesso di goderti!!!
E ti rendi conto – perché te ne rendi conto – che qualcuno lo perderai per strada(pazienza, sopravviveremo!!), e finirà in quel “cestino” di cui sopra;e altri, invece, li recupererai, perché dal tuo cuore non sono mai usciti, o sono usciti e rientrati dalla porta di servizio, senza che tu te ne accorgessi!!
E non te la senti di ridurre tutto questo ad una cifra, un traguardo, e decidi di vivere alla giornata, decidendo volta per volta chi di quella giornata dovrà far parte, e chi invece può tranquillamente aspettare fuori dalla porta!!!ponendoti traguardi quotidiani, o a breve termine, per sentirti vivo, coinvolto, pronto alla lotta e mai alla resa, perché su quelli a lungo termine non è dato sapere!!
…”nel cuore di qualcuno, o contrariamente nel cestino della carta di qualcun'altro!!!”….chissà, tra le persone che ho conosciuto, o che conoscevo già, dove sarò finito!!se nel cestino o nel cuore, o magari in qualche altro organo interno , sperando non sia l’intestino!!!in un caso o nell’altro, di sicuro non me lo verranno a dire, soprattutto nel caso di eliminazioni ad capocchiam, o motivate, ma motivate tenendo conto solo del loro personalissimo punto di vista!!!perchè spesso, anche sulle cose “a breve”, non è dato sapere…..
…”nel cuore di qualcuno, o contrariamente nel cestino della carta di qualcun'altro!!!”….la sapeva lunga quel vecchio pazzo di Hank!!!la sapeva lunga, il buon vecchio Hank…..

SIATE AFFAMATI…SIATE FOLLI…..

UN KAPOSTIPITE CHE ANCORA NON SA…..


mercoledì 12 dicembre 2012

SERVE A POCO.....




D’ìmpeto e senza pensarci su due volte, perché è così che m’è venuto, mentre stamane camminavo per strada, riducendomi ad una trottola che gira di qua e gira di là per i soliti servizi che ti riempiono la giornata, o almeno una parte di essa!!!
Ero lì a girare e pensare all’argomento di questo Post, da trattare con le pinze, perché non si tratta delle solite kazzate, o di quelle “dediche” per così dire speciali che ogni tanto mi concedo, anche per descrivere quello che è il mio mondo!!!
E state pur certi che stavolta non sarà un articolo di quelli lunghi, da 2 o 3 pagine, ironicamente tristi o tristemente ironici, perché le cose d’emblèe non lo sono quasi mai….
Camminavo, e riflettevo e riflettevo sull’ennesima vita spezzata – non so il numero preciso negli ultimi 2 anni, ma tant’è…- , ad un altro ragazzo che è stato ingurgitato dall’asfalto, ingoiato dalla solita strada statale che circonda la mia città, (in direzione Foggia, Torremaggiore o Lesina Marina poco importa), che non ammette repliche, non ti dà la possibilità di scegliere, alla prima mossa sbagliata, alla prima distrazione, non ti concede il diritto di difenderti, perché non sei in un processo, non sei imputato di nulla(o forse lo sei a tua insaputa), ma la sentenza ti arriva lo stesso,e non puoi appellarti, perché non te ne danno l’occasione!!!!
E ti rendi conto che è un copione già scritto, perché mentre sei lì a fare qualcos’altro, ti arriva la notizia tra capo e collo, con tutte le sue inesattezze, le dinamiche sbagliate, il nome o i nomi da accertare….e a cavallo dell’accaduto, assisti ad uno stillicidio di commenti, spesso inutili e fuori luogo, che non fanno altro che infastidirti, non fanno altro che infastidirmi!!!e ti accorgi che serve a poco chiedersi quanti anni aveva o avessero….serve a poco chiedersi com’è successo….serve a poco stare lì a dire e dirsi che forse correva, o forse correva qualcun altro, o la strada era bagnata, o non doveva essere lì, o non ci voleva andare, o voleva andarci col pullman….onestamente serve a poco!!!
Serve a poco rendersi conto solo in questi momenti che la vita è effimera, è breve, che va goduta e vissuta, che oggi ci siamo e domani no, che siamo tutti sulla stessa barca, e tutte quelle banalità che vengono fuori in casi come questo, che dovrebbero far parte del tuo personalissimo quotidiano, ma che spesso restano lì, in attesa della prossima tragedia, del prossimo “caso umano”, del prossimo “Ma io lo conoscevo, e ci siamo salutati proprio l’altro giorno!!!”….
Basta poco ad abituarsi a vite spezzate, dazi amari da mandar giù, che le nostre città  pagano periodicamente, stando lì in maniera sonnecchiosa a far finta di niente, come se mandassero i loro figli in giro per poi riprenderseli senza chiederne l’autorizzazione….e forse la tragedia stà proprio nel fare l’abitudine a tutto questo, girandosi dall’altra parte, pensando “speriamo che non capiti mai a me o alle persone a cui tengo!!!”, pensiero che a tutti, almeno una volta nella nostra vita, ci ha attraversato la mente, più per paura che per altro….
Servono a poco i commenti da fenomeno, quelli che meriterebbero disprezzo e indifferenza, e invece ti fanno attorcigliare le budella, e cerchi di star calmo, perché non è il caso, ti dici, ti ripeti..
Serve a poco chiedersi se conoscevi l’ultima vittima, o quella precedente, o quella precedente ancora, perché sono nati e cresciuti dove sei nato e cresciuto tu, amando le stesse tradizioni, affrontando gli stessi problemi, camminando per le stesse strade, respirando la stessa aria….
Serve a poco chiedersi che puoi dire o cosa si dice in questi casi, perché forse la cosa migliore è non dire niente, nulla, tapparsi la bocca, rimanere in silenzio, che credo – opinione personalissima e poco condivisibile – sia la forma di rispetto più bella che si possa avere, e che si dovrebbe avere, quando le strade ti presentano il conto, e le famiglie della tua città, quel conto, lo stanno già pagando!!!
Servirà a poco…..ma è quello che dovremmo fare…..

SIATE AFFAMATI….SIATE FOLLI…..

A proposito….si chiamava Fabio,e non lo conoscevo….